POLITICHE PUBBLICHE | Si rimette in moto la cartella informatizzata del paziente
In seguito alla rapida evoluzione della digitalizzazione e alle pressioni del Parlamento, si rimette in moto la cartella informatizzata del paziente (CIP).
Il principio della «doppia volontarietà» della partecipazione alla CIP, sancito dalla legge quasi sette anni fa, appare sempre più come un’inadeguatezza dello strumento. Secondo questa disposizione, i dati medici possono essere immessi nella CIP solo se sia la persona interessata che il medico curante acconsentono nel singolo caso. Il problema: se non è possibile garantire che una CIP contenga tutti i dati pertinenti, l’utilità dello strumento è molto limitata. In una recente risposta all’Interpellanza 21.4330 del Consigliere agli Stati Pirmin Bischof, il Consiglio federale ribadisce la sua intenzione di abolire quanto prima l’attuale «doppia volontarietà»: un mandato in tal senso scaturisce dalla mozione della CSSS-N 19.3955 adottata dal parlamento nel marzo 2021. In futuro tutti i professionisti della salute saranno obbligati ad affiliarsi a una comunità (di riferimento) CIP. Un’affiliazione vincolante a una comunità (di riferimento) dal 1° gennaio 2022 per i medici di nuova autorizzazione in ambito ambulatoriale è stata inserita nella LAMal già nel giugno 2020 (cfr. FF 2020 5513).
Inoltre, a seguito della concretizzazione del postulato 18.4328 del Consigliere nazionale Laurent Wehrli, co-presidente di ARTISET, il Consiglio federale ha delineato una serie di ulteriori misure. La loro importanza è significativa ai fini di promuovere l’efficacia della CIP:
- La creazione di un archivio centralizzato di dati sanitari dinamici (cioè di dati che cambiano continuamente).
- La promozione dell’integrazione dei sistemi d’informazione dei professionisti e delle istituzioni sanitarie (i cosiddetti sistemi primari) nella CIP (un collegamento diretto consente l’inoltro automatizzato dei dati rilevanti nella CIP).
- Sostituire l’attuale procedura di certificazione – relativamente laboriosa – con un riconoscimento statale.
- L’introduzione di un cofinanziamento duraturo dell’infrastruttura CIP (al momento non è prevista un’indennità /assegno per i professionisti e le istituzioni sanitarie per i loro oneri tecnici e solo limitata per il loro collegamento a comunità (di riferimento).
La legge sulla CIP è attualmente oggetto di una profonda revisione. Nel febbraio 2022 il Consiglio federale deciderà su come procedere.
Per i professionisti sanitari che non sono fornitori di prestazioni ai sensi della LAMal (ad esempio osteopati che non dispongono di una formazione medica), l’impiego della CIP resta facoltativo. Il Consiglio federale non intende ancora cambiare questa situazione.