COVID-19 | La Confederazione finanzia i test per il Covid solo fino alla fine dell’anno
Il Parlamento mette fine alla strategia di test finora valida con un colpo di tamburo. Nel bel mezzo dell’attuale stagione invernale interrompe il finanziamento dei test per il Covid. Ciò significa che i test ripetitivi per il personale, i residenti e i visitatori delle istituzioni medico-sociali non saranno più finanziati dalla Confederazione. La Federazione ARTISET ritiene che questa decisione sia miope e non ponderata.
Il voltafaccia del Parlamento appare misterioso, dato che prima della sessione erano in discussione due varianti: la continuazione dell’attuale regime di test fino alla metà del 2024 o il passaggio del regime di test alla sovranità dei Cantoni a partire dall’aprile 2023. La proposta originaria del Consiglio federale, che sta entrando in vigore, è stata oggetto di una consultazione, in particolare da parte dei Cantoni. Il Consiglio federale ha poi fatto marcia indietro e ha proposto una modifica del regime dei test dopo il primo trimestre del 2023. Il fatto che proprio il Consiglio degli Stati, in quanto camera del consiglio, abbia accelerato il cambiamento è più che sorprendente. Il Consiglio nazionale ha seguito il Consiglio degli Stati con 93:91 voti.
A partire da gennaio 2023, i Cantoni sono ora responsabili della strategia di test
La chiave per continuare a finanziare i test ripetitivi e quindi per monitorare l’incidenza delle infezioni nelle istituzioni socio-sanitarie è ora nelle mani dei Cantoni. Spetta a loro correggere la decisione del Parlamento nazionale e continuare a consentire la ripetizione dei test nelle istituzioni medico-sociali almeno fino alla fine della stagione fredda.
ARTISET ritiene che la decisione del Parlamento non sia stata ponderata
Sembra strano che, dopo due anni di pandemia e miliardi di spesa, si sia deciso di interrompere il finanziamento dei test gratuiti e quindi anche dei test ripetitivi, utilizzando proprio l’argomento dei costi. La stagione invernale, e con essa l’aumento del rischio di contrarre il Covid-19, durerà ancora per qualche mese. Con la sua decisione di uscita, il Parlamento ha segnato un vero e proprio autogol per la sorveglianza dell’incidenza delle infezioni nelle istituzioni medico-sociali.